VISIONE
SUGGESTIVA
Il posto era
pieno di gente noiosa. Quel ricevimento
sembrava non finisse mai. Quando…ad un tratto entro lei… Chi era?
Lineamenti perfetti. La colpi tanto la sua pelle bianchissima. Sembrava proprio
che la luce avesse rinunciato di toccarla per paura di distruggere anche una
sola cellula di quella pura creatura.. Si muoveva in mezzo a tanti dipendenti
di lampade che giravano intorno come pipistrelli assetati di vino rosso. Il
bianco è trasparente. Rende ogni difetto .Ma il suo bianco era allegro .Lo
avvolgeva di una dolcezza unica risaltando le sue guance rose come due fiori
estremamente graziosi. Di solito da un modello di donna simile ti aspetti che
sia timida e magari anche molto ingenua e di conseguenza a questa riflessione
lui si limito a non fulminarla direttamente di sguardi. Osservava di nascosto
ogni suo movimento concentrandosi con l’udito nella speranza di catturare anche
un solo suono dalla sua bocca. Lei lo trasportava in una altra dimensione . Anche pochi attimi insieme
a lei sarebbero bastati per riempirgli la vita .E’ strano come il potere della
bellezza regni sulle nostre sensazioni
per il semplice fatto di esistere. Prima o poi tutti lo subiscono .Il suo
fascino è sempre presente in un modo o in un altro. E’ come un energia che
scambiamo tra di noi creando così quella che gli scienziati primitivi chiamarono
alchimia. E mentre i pensieri di Marco
per questa neo visione attraente viaggiavano in prima classe una voce attiro la
sua attenzione.
L’onorevole gli sussurro nelle orecchie :
-Caro
eccellente candidato! Mi sa che la campagna è proprio riuscita. Ho avuto
ragione a fidarmi di te .Adesso sposati quella georgiana. E’ molto carina. Dai su
con la morale! Sembri un morto vivente! Ma che ti succede?!
Lui sembrava fosse catapultato in un altro mondo.
Rispose confuso:
-Ah..si..no…
Si nel senso che… penso che la campagna
sia proprio riuscita ma anche perché io credo veramente nei progetti che propongo e a
dire la verità onorevole la maggior parte gli ho già messi in atto invece di
conseguire i vostri giochetti. Mah…non credo nel matrimonio.
L’onorevole
aggiunse:
-Non è mai
detto caro. Bisogna approfittare dappertutto. Anche una misera briciola può fare tanta differenza nella rigida
bilancia della concorrenza. Basta che sembri leale indipendentemente dal fatto
che lo sia o no.
A quel punto
lui avrebbe voluto urlarli in faccia :
-Tu non sei
che un piccolo granello di sabbia nella spiaggia dell’ipocrisia!
Ma si e
trattenuto da tutto ciò dicendo solamente:
-Preferisco
non avere scheletri nell’armadio. Prima
o poi ritornano a farti danni quando
meno te lo aspetti.
-Il fatto
figliolo è che i teschi, come tanto si
vede anche in TV vanno proprio di moda. Se non ne porti almeno uno sei proprio fuori pista. In questo modo non
riuscirai mai a far parte delle grandi caste.
Esclamò
l’onorevole ridendo e guardando con occhi pietosi il politico novello.
- Caro
onorevole le grandi caste di solito sono due. Votano sempre in modo uguale contro o pro ai progetti. La piccola
casta dopo queste due direi che è sempre l’ago della bilancia che mette i
timbro finale. E io francamente miro a questo. I teschi non mi attirano
particolarmente. Sarò pure contro la moda ma sinceramente non me ne dispiace.
I ruoli si erano
invertiti. Il politico novello se ne andava sorridendo e quello grande
sbuffando..
* * *
La musica
diventò più dolce, molto più leggera.
Così intensa che poteva far volare i
pensieri senza sforzarli di seguire un ritmo preciso. Tanti ballavano
abbracciati e altri si godevano la vista
dei quadri appesi tra le pareti . Altri ancora guardavano fuori dalla finestra
portando i pensieri chissà dove. Uno di questi era Marco . Stringeva forte in
mano il bicchiere di cristallo con
tanta voglia di farlo a pezzi per sfogare la rabbia che teneva dentro. Quella
ragazza si trovava nello stesso edificio dove stava lui. Sicuramente girava
intorno ,li vicino e lui non aveva più il coraggio di cercarla. Si trovava in un circolo vizioso. Aveva paura
di non conoscerla. Il suo cuore subiva un eclissi il quale aveva coperto
qualsiasi altra cosa gli appartenesse totalmente di buio. Un buio estremamente amabile. Ma aveva anche
paura di conoscerla e fare brutta figura. La figlia di Venere, quella dea in
miniatura la metteva in soggezione ancora prima di un certo inizio. Oramai era
diventato un satellite che girava intorno a lei senza poter fare altrimenti
perché se no, il suo cosmo interiore sarebbe finito in apocalissi. Confuso come era si giro di colpo, per
cambiare il suo bicchiere vuoto con uno pieno. La cameriera passo subito li con
il vassoio pieno . Ad un tratto senti delle voci :
-Bellissimo
oggi! L’equitazione ho constatato che è veramente
il mio hobby! Poi i cavalli come sono belli. Io li amo.
Poi l’altra
diceva:
-Hai ragione.
Finalmente ci siamo iscritte a questo corso. Meglio tardi che mai. Alla fine i
nostri piani vengono sempre a galla nonostante tutto.
Normalissime
discussioni di ragazze che stranamente
lo fecero paralizzare. Gli scoppio un sorriso e i suoi pensieri si addolcirono
ad un tratto. Poi di nuovo confusione. l’immagine della dea era riapparso
d’avanti a lui. Quello sguardo intenso che agiva sotto due occhi color nocciola
a cerchio marrone si rivolgeva a lui. Quel colore così comune negli occhi degli
altri per lui assumeva una luminosità divina capace di stregare. La ragazza
accanto a lei e tutti gli altri è come se fossero ricoperti di nebbia. Esisteva
solo la figlia del Venere che nasceva stupenda da conchiglie di pensieri. Una
voce parlo:
-Ciao!
Non
riusciva a muoversi. Per caso qualcuno lo stava chiamando? Strano!
Bellissima voce! Pensò che sarebbe stato
meglio rispondere e non stare li impallato come uno scemo.
-Ciao!
Rispose.
Il suo
vocabolario si era ridotto a così poche parole che anche un bambino di tre anni
avrebbe potuto aiutarlo a parlare.
Tutto succede senza avvisarci in simili situazioni.
Nessuno di quelli che sono in grado di
abbandonarsi a sensazioni anonime…a cellule di puro arte … è mai preparato ad agire.
-Ma tu sei
Marco !Sei il politico di cui tutti qui parlano. Piacere io sono Margherita, la figlia di Enzo. Mio padre gestisce
il bar sotto il tuo ufficio . Ordini sempre per telefono e non so ,se mai hai visto
come è ristrutturato bene ultimamente il nostro locale.
Un sorriso
stupendo si sedete sulle sue labbra appena fini di parlare.
Mentre Marco
meravigliato di questa bella sorpresa pensava leggermente stordito.
Cammini da
anni nelle stesse strade e non hai mai visto tanti posti i quali hanno visto te
per centinaia di volte. E quando ti accorgi che esistono ti sembra strano di
non esserti accorto che li dovevi entrare prima. Ma prima ragionavi diversamente.
La tua mente era immersa in mille progetti che non appartenevano ai luoghi che
frequentavi , alle strade dove camminavi. Quei posti adesso possono diventare
parte di te perché legati ad un obbiettivo. E quindi qualsiasi oggetto o
soggetto comincia ad esistere veramente nel momento in cui ci
accorgiamo della sua esistenza.
Chissà per
quante volte adesso sarebbe entrato in quel bar. Magari solo per una ventata di
aria fresca vicino alla sua adorata, oppure per vedere la nuova ristrutturazione del locale. Appassionato di architettura come
era ,gli sarebbe pure piaciuto. Oppu
re per
tutte e due le cose ma mai solo per prendere un banalissimo caffè.
Quello lo avrebbe di certo ordinato per telefono.
Kristina Blushi
Foto (web)