giovedì 18 maggio 2017

 Foto web - Pagina Fb Alfa - Beta - Korca 1952

Korca (in italiano Coriza) è una città albanese siuata nella parte centro-meridionale del Paese, vicina ai confini con Grecia e Macedonia. E’ situata ad un’altitudine di 850 m s.l.m. e conta poco meno di 100.000 abitanti. A Korca fu fondata la prima scuola albanese nel 1878, e la prima scuola femminile un anno dopo: si fregia dunque del titolo di capitale culturale dell’Albania. La città è importante anche per gli italiani: fu uno dei perni del fronte durante la Campagna italiana di Grecia, nel 1940-1941Durante l’occupazione italiana dell’Albania venne bonificata l’ex palude di Maliqi, ricavando un fertile terreno agricolo che oggi dona agli abitanti della zona cereali, zucchero e birra (non perdetevi il birrificio di Korca, d’estate si tiene anche una bella festa della birra).


venerdì 10 marzo 2017


















Autoprocesso nel buio

Certe notti uccidono il sonno
rendendoti schiavo dei pensieri.
Ti fanno rivivere momenti passati.
Immaginare attimi futuri.
fino all’alba ti torturano
come se fossero soldati di un battaglione nemico,
professori di rigide commissioni d’esami,
giudici supremi.
Ti fanno dimenticare che la forza del presente
è un avvocato molto potente.
Trascinandoti nei loro abissi ti accusano.
Così ti processi in prospettiva e retrospettiva.
Ti condanni, ti assolvi senza renderti conto che fai tutto da solo.
Provi una paura sincera e profonda.
Ma quando la luce illumina il cuscino,
dimentichi la sentenza di merito
rinviandola al sonno.
E poi…
Poi suona la sveglia e ti prepari per andare al lavoro.

Kristina Blushi WIP EDIZIONI 2012





AUTOPROCES NË ERRËSIRË
Ka netë që ta vrasin gjumin Dhe në skllav të mendimeve
Të shndërrojnë. Ec ti marrësh Me mend pastaj çastet që pas
Do vijnë. Të torturojnë deri në agim Sikur të ishin ushtarë armiq, Profesorë të rreptë në provime, deri dhe Gjykatës të lartë. Të del nga mendja se forca e sotme Është avokati më i fuqishëm, Të tërheqin në humnera dhe
Të akuzojnë sërish. Kështu procesi I dyanshëm si padshur ka trokitur. Të dënojnë, të falin pa e kuptuar Se gjithçka e bën vetë, i zhytur Në frikën e thellë të sinqeritetit. Por kur drita bie mbi jastëk, E harron vendimin në fjalë Dhe gjumit ia përcjell.
Më pas… Më pas bie zilja, ti përgatitesh
Për të dalë diku jashtë, se Natyra të ndjell.

@ Arjan Th. Kallço




martedì 28 febbraio 2017













Tratti di coscienze.
 Generazione in superficie.
L’importanza dell’essere importante


-       Siri diventerò una persona importante?
Chiedeva emozionata all’iphone che teneva stretto in mano. Il suo lato irragionevole implorava risposte ad un pezzo di metallo.
L’importanza dell’essere importante aveva avuto il sopravvento nella sua esistenza.
Viveva per farsi vedere ma si accorgeva di non essere affatto qualcuno in posizione di prestigio per nascita o per merito. Forse aveva perso per strada  la capacita di amare veramente. La sua coscienza era contraffatta. Chissà che scarpe di vita le era toccato indossare. Magari aveva anche mille qualità nascoste ma se adatte a professioni umili erano bandite, imprigionate in attesa della condanna a morte. Il suo unico obbiettivo era diventare qualcuno in grado di decidere per la società in una posizione superiore. Un desiderio infantile.
Un desiderio sproporzionato in relazione alla realtà dei fatti. Ma si sa che chi alla fine va a perseverare e concentra tutte le energie su un unico obbiettivo spesso riesce ad ottenere quello che vuole. Questo concetto lo caricava e una luce all’improvviso si accendeva nei sui occhi provocando un enorme sorriso. Il sorriso si sa che attira e questo le piaceva. Oh che bello sarebbe stato trovarsi in mezzo a tante persone importanti ed essere considerato alla pari. Cosa avrebbe detto suo padre ? Come si sarebbe sentito suo fratello che lo rimproverava sempre riguardo alle sue scelte di vita? E poi sua nonna che lo considerava un inutile pezzo di donna senza marito? A supposizione di questo pensiero una risata a voce alta trionfava uscendo dalle corde vocali.
Sentiva i suoi anni di vita consumarsi e spesso una paura tremenda le urlava dentro.
Amava vivere, mangiare e divertirsi e l’idea di consumare forze e gioventù le metteva i brividi.
Si coccolava da sola e si ripeteva ogni sera:
-Diventerò importante. E quando non ne avrò più forze avrò soldi e prestigio.
 (Continua...)

Krsistina Blushi 
Foto web



martedì 31 gennaio 2017

IN UNA CITTA QUALUNQUE

Diluviala!
Dopo una lunga corsa perché il tempo a disposizione era scarso, la ragazza riuscì a precipitarsi al consiglio dell’ordine, situato al sesto piano del palazzo di giustizia . L’addetta all’ufficio informazioni stava per chiudere lo sportello. Nonostante la fatica la praticante avvocato  riuscì a dire.
“Buongiorno! Mi scusi volevo solo….”
“Se ne vada! L’orario delle informazioni al pubblico è terminato”- si senti rispondere senza nemmeno finire la frase.”
“Maaa…” riprese a dire lei.
“Se ne vada ho detto”
“Maaa sono le 12 meno 10 e voi chiudete alle 12”

Con un tocco di indifferenza che tendeva al disprezzo  la signora tento di abbassare fino in fondo lo sportello. La ragazza lo afferro con la mano tenendo con tutte le forze quel pezzo di vetro di finestrino, la chiusura del quale sarebbe costato sessanta minuti di permesso sprecato dal lavoro. Guadagnato con tanta "gentilezza", anche più del dovuto.
“Ma come si permette!”
Gridò l’addetta alle informazioni diventando tutta rossa in viso. 
Sembrava un bruttissimo campanello d’allarme. I suoi cappelli erano rossi ed era vestita di rosso, smalto rosso e forse portava anche l’intimo rosso..
Che violazione di dignità a questo colore ,pensò la praticante.. Se fosse stato un umano avrebbe avuto il pieno diritto al risarcimento dei danni morali.
“Senta signora! Dobbiamo chiarire le cose una volta per tutte. Lei qui ha la mansione di dare informazioni ai praticanti forensi. Quindi viene pagata dalle tasse che noi versiamo. Di conseguenza da me dipende il suo posto di lavoro e lei è la mia dipendente. In qualità di titolare io le ordino di rispondermi a tutte le informazioni che mi occorrono!”
Si senti una risata da dietro e una cosa pronunciata in dialetto tipo” iii ma ched ie esaurit”
La signora che più di tutto pensava al pranzo che doveva consumare con le amiche al bar senza più considerandola, chiuse la discussione dicendoli che tutte le informazioni erano pubblicate sul loro sito web lanciandoli una severa critica che nell’era dell’informatica tutto si doveva apprendere dalla rete. Era inevitabile per chiunque l’avesse sentito non solo per lei chiedersi in quella circostanza;
 “Ma allora che cazzo ci faceva li?”
Kristina Blushi