martedì 31 gennaio 2017

IN UNA CITTA QUALUNQUE

Diluviala!
Dopo una lunga corsa perché il tempo a disposizione era scarso, la ragazza riuscì a precipitarsi al consiglio dell’ordine, situato al sesto piano del palazzo di giustizia . L’addetta all’ufficio informazioni stava per chiudere lo sportello. Nonostante la fatica la praticante avvocato  riuscì a dire.
“Buongiorno! Mi scusi volevo solo….”
“Se ne vada! L’orario delle informazioni al pubblico è terminato”- si senti rispondere senza nemmeno finire la frase.”
“Maaa…” riprese a dire lei.
“Se ne vada ho detto”
“Maaa sono le 12 meno 10 e voi chiudete alle 12”

Con un tocco di indifferenza che tendeva al disprezzo  la signora tento di abbassare fino in fondo lo sportello. La ragazza lo afferro con la mano tenendo con tutte le forze quel pezzo di vetro di finestrino, la chiusura del quale sarebbe costato sessanta minuti di permesso sprecato dal lavoro. Guadagnato con tanta "gentilezza", anche più del dovuto.
“Ma come si permette!”
Gridò l’addetta alle informazioni diventando tutta rossa in viso. 
Sembrava un bruttissimo campanello d’allarme. I suoi cappelli erano rossi ed era vestita di rosso, smalto rosso e forse portava anche l’intimo rosso..
Che violazione di dignità a questo colore ,pensò la praticante.. Se fosse stato un umano avrebbe avuto il pieno diritto al risarcimento dei danni morali.
“Senta signora! Dobbiamo chiarire le cose una volta per tutte. Lei qui ha la mansione di dare informazioni ai praticanti forensi. Quindi viene pagata dalle tasse che noi versiamo. Di conseguenza da me dipende il suo posto di lavoro e lei è la mia dipendente. In qualità di titolare io le ordino di rispondermi a tutte le informazioni che mi occorrono!”
Si senti una risata da dietro e una cosa pronunciata in dialetto tipo” iii ma ched ie esaurit”
La signora che più di tutto pensava al pranzo che doveva consumare con le amiche al bar senza più considerandola, chiuse la discussione dicendoli che tutte le informazioni erano pubblicate sul loro sito web lanciandoli una severa critica che nell’era dell’informatica tutto si doveva apprendere dalla rete. Era inevitabile per chiunque l’avesse sentito non solo per lei chiedersi in quella circostanza;
 “Ma allora che cazzo ci faceva li?”
Kristina Blushi